La Manovella №4, 1998.  (Italy)  

Sotto... tutto quel passato

VIAGGI0 NEL COLLEZIONISMO RUSSO

Testo di Eugenio Barbera e Julia Grigorieva - Foto di Eugenio Barbera


Fino a pochi anni fa, in Russia, quando c'era ancora la cortina di ferro,

un'automobile o una moto, fossero state anche pezzi d'antiquariato, venivano tenute in vita

solo per essere utilizz'ate normalmente, senza amore o rispetto per la testimonianza storica che rappresentavano. Ora che il mercato si sta arricchendo di vetture nuove,

le vecchie vengono "abbandonate". Naturalmente c'e gia chi ha cominciato a recuperarle. L'idea e quella di creare un museo. Ma la strada e lunga: lo stato delle vetture

che abbiamo visto e pietoso. Di restauro poi non si parla: mancano tutti i pezzi di ricambio. Percio, nel frattempo, a qualcuno potrebbe venire anche in mente di venderle.

Ma valgono un viaggio a Mosca?

La Manovella lo ha fatto per voi e, nella nebbia che avvolgeva la citta, ha trovato...

Anche in Russia c'i chi colleziona auto e moto storiche. Prima no. Era proibito avere piu di una macchina. La passione comunque c'era. E qualcuno, anche rischiando, gia negli anni del comunismo aveva

incominciato a raccogliere tutto quello che trovava. Poco in verith. Soprattutto residuati bellici e qualche vettura a cui decine e decine di proprietari avevano, nel frattempo, tirato il collo.

A Mosca, alla periferia sud della citth (un territorio immenso e anonimo, fatto di vie tutte uguali, dove senza una guida ci si perde alla prima svolta) abbiamo incontrato uno di questi raccoglitori. Ci e stato pre sentato come il direttore del futuro Museo dell'auto d'epoca di Mosca. Ma il suo " solo un progetto. Per ora si presenta come presidente di "Retromotor" una spe cie di Club di cui sembra sia 1'unico socio. Ma non dispera. "Presto saremo in molti", ci dice convinto.

Nella vita, piu modestamente, fa il meccanico, ma si qualifica restauratore, forse perche sa aggiustare tutto, dalla caffettiera alle cucine a gas. Alle automo bili pensera piu avanti. Per ora, anche volendo, non potrebbe farlo: mancano i pezzi di ricambio. Il suo nome e Dmitri Lomachov, ha 3W anni che sembrano venti, spalle larghe e grosse mani callose. L'appunta mento e davanti a un piccolo capannone di legno, chiuso con tre catenacci. Dentro c'e la sua collezione di auto e di moto, "...la piu importante di Mosca", dice. Gli crediamo, anche perche non abbiamo con troprove. In un inglese approssimativo si preoccupa subito di mostrarci i jeans e il giubbotto di pelle che indossa. Come dire: "Che ve ne pare: sono o non sono un tipo tosto?".

A noi fa 1'impressione di essere un gran sognatore Comunque e divertente: gih si vede seduto dietro una scrivania di mogano, in un grande palazzo vetra to, il suo museo, pieno di bellissime auto antiche.

"Sara una impresa fantastica: ho gia finanziatori importanti e aziende pubbliche.e private interessate al progetto". Poi aggiunge: "Anche il municipio di Mosca mi ha dato precise assicurazioni. Sara tutto molto spettacolare...". Anche questa volta facciamo finta di credergli.

Intanto pero chiediamo di mostrarci le auto e le moto. Dmitri toglie i catenacci e ci fa entrare. Le auto ci sono. Da una parte, anche le moto.

"Ne ho settanta in tutto, ma non sono tutte qui. Ho altri dodici box come questo; e ho anche ottantacin que motociclette".

Assieme alle auto e alle moto, ha una infinith di altre cose. Il capannone che ci mostra sembra il deposito di un trovarobe. In mezzo a quel caos si scorgono co munque alcune sagome interessanti.

0ui accanto, nella foto grande,

I'interno del capannone dove Dmitri Lomachov ha stipato le sue vetture.

In tutto ne ha settanta, ma qui e riuscito

a posteggiarne solo

una decina, piu alcune moto.

II resto della "collezione" e suddiviso in altri 12 depositi.

Fu il padre, Alexeevic, operaio della fabbrica automobilistica Zil,

a iniziarlo

a questa passione. Incomincio a raccogliere vecchie carcasse 32 anni fa, quando a Mosca possedere piu di un'auto era proibito. Ma a lui fu concesso, perche si era reso meritevole di fronte

al partito

per aver restaurato

la Rolls Royce di Lenin.

II collezionismo in Russia sta muovendo i primi passi.

Non esistono ancora vere e proprie

organizzazioni nazionali, ma solo piccoli Club.

II problema principale e la mancanza di auto e moto da collezionare. Vetture che potrebbero essere tranquillamente definite "storiche"

continuano infatti a essere utilizzate come auto "normali".

II pregio della -collezione" di Dmitri (che vediamo accanto alle sue vetture)

sta nel fatto che

molte sue auto hanno

una interessante storia

da raccontare.

Quasi tutte hanno infatti

fatto... almeno una guerra.

La piu antica e una Peugeot

che fu portata in Russia

da una spedizione francese

nel 1914.

0ui accanto,

la ZiS-110 (1949).

Ci colpisce una Horch cabriolet, marca tedesca assai prestigiosa (attiva dal 1900 al 1939), sicura preda bel lica di qualche ufficiale russo durante 1'occupazione di Berlino.

"Ero ancora un bambino - racconta Dmitri - quando mio padre Alexeevic la porto a casa come fosse il piu prezioso dei trofei.

"Una Horch - diceva - e un'auto degna dello zar". E aveva ragione. Soprattutto quella, una tipo 835 molto speciale perche nel 1935 fu premiata al Salone del 1'auto di Parigi come la piu bella vettura dell'anno.

Ma nel 1967, quando mio padre la trovo, era solo un'auto buona per trasportare verdura dalla campagna alla citth. Lui allora la compro e la nascose. Ma rischio grosso. Se si fosse saputo in giro, gliel'avreb bero requisita e lui avrebbe avuto un sacco di grane. Fortunatamente aveva una specie di "lasciapassare": era considerato il restauratore ufficiale della ZiL, la Casa automobilistica dove lavorava come operaio meccanico. Tempo prima, quando il partito aveva chiesto di rimettere in sesto la vecchia Rolls-Royce di Lenin, lui si era fatto avanti e aveva brillantemente portato a termine 1'impresa, guadagnandosi il titolo di "restauratore ufficiale".

Cosi, quando ando in pensione, penso di continuare sfruttando quella sua fama. Da allora comincio a spendere tutti i soldi che avevamo in vecchi rottami.

Mia madre lo sopporto qualche anno. Poi, quando non avevamo piu nemmeno di che mangiare, lo cac cio di casa. E con lui caccio anche me, che avevo preso quella stessa malattia.

Senza casa e senza lavoro, incominciammo a far vita da cacciatori. Trovammo una Mercedes e la rivendem mo. E poi tante altre. Alla fine aprimmo una officina di restauro dove riparavamo vecchie auto di rappresen tanza, nella maggior parte vere auto d'epoca, con la differenza che continuavano a essere considerate auto normali, buone da esibire nelle grandi occasioni di partito. Cosi almeno dicevano i proprietari, anche se circolava voce che molti le stavano mettendo da parte pensando di rivenderle all'estero. Sembra che anche Breznev fosse uno di questi "collezionisti". Nessuno naturalmente si azzardo mai a dirlo. Tutti sapevano invece che un giornalista inglese, corrispondente da Mosca della rivista Morning Star, durante il suo sog giorno nella capitale, era riuscito a farsi una bella col lezione di vetture antiche. Ma qualcuno, invidioso, una notte gliele brucio tutte. E se non fosse bastato il Kgb lo accuso anche di essere una spia. Cosi se ne dovette andare in tutta fretta".

Il laboratorio di restauro dei Lomachov non ha invece corso mai simili rischi. Anzi. Alla raccolta di auto, padre e figlio avevano infatti aggiunto il commercio: compravano, aggiustavano e vendevano. Qualche volta affittavano. Come quando a Mosca veniva girato un film. Fu cosi per "Variant Omega", "I'm greeting" e "I'm your aunt". Insomma gli affari presero la piega giusta. Ma subito dopo la caduta del regime sovietico, l'avvento di Gorbaciov e tutto il resto, il padre di Dmitri mori e lui eredito tutta la collezione. Che farne?

Da qui 1'idea del Museo, forse nella speranza di rita gliarsi un bel posto fisso come impiegato comunale.

Un bel racconto, ma restiamo perplessi. Lui se ne accor ge e tira fuori una cartella piena di documenti: questa la concessione del terreno (accanto al Metro Lyublino), questa 1'autorizzazione per costruire, questo il progetto, queste le fideiussioni. Ma a guardar bene i soldi dispo nibili sono solo 1't0.000 dollari, e la licenza di costru zione e per 560 mq! Troppo pochi danari e troppo spa zio per 70 vetture e 80 moto! E chi paghera i restauri?

Nella foto qui accanto il "pezzo" piu importante

(e nelle migliori condizioni)

di tutta la raccolta:

si tratta di una Horch

del 1935.

Sotto una Mercedes

di rappresentanza.

Entrambe le vetture

sono state sicuramente

"prede militari"

portate a Mosca

al termine del secondo

conflitto mondiale.

"Vendero qualcosa, naturalmente". Nel vecchio capan none sembra essersi aperta di colpo una finestra che non c'e. Improvvisamente si sente infatti il fruscio dei dollari immaginati. Stiamo al gioco e chiediamo la lista delle vetture. Lui la tira fuori da un cassetto, ciclo stilata, con tutti i dati per eventuali contatti commer ciali: "Retromotor", 115230 Hlebozavodsky proezd, 7, stroenie 2, Moscow (C.E.I.). Naturalmente, precisa, le auto e le moto indicate non sono tutte "disponibili". Lo imma ginavamo, e ci restiamo male. Eravamo andati a Mosca con lo spirito di Indiana Jones, alla ricerca del "tesoro perduto" e ci sembra di essere finiti in un grande magazzino.

Ma 1'impresa non e fallita. A questo punto 1'unica cosa da fare e stabilire se le auto e le moto di Dmitri valgo no almeno il viaggio. Apriamo il forziere. Troviamo subito una Mercedes Benz 540 K del 1936, apparte nuta a Herman Goiring, poi utilizzata dal ministro della propaganda nazista Goebbles. Non male, ma e in condizioni pietose. Piu avanti c'e una Ciajka, modello GAZ-13, del 1977, appartenuta al patriarca Pimen che 1'aveva avuta in regalo dal primo ministro Brezhnev. Bella la storia, ma solo quella. La Horch-853, vincitri ce del concorso "L'auto dell'anno" al Salone dell'automobile di Parigi del 1935, merita invece ogni consi derazione. Perdipiu e quasi a posto. Una ZiS-110, rega lata nel 1949 da Stalin al Patriarca Alessio I (come ringraziamento per 1'intervento della Chiesa russo ortodo~ durante la seconda guerra mondiale) ci sem bra stracarica di storia quanto di acciacchi.

Piu avanti spicca una Citroen 7 CV Gran Prix. Sem bra sia stata utilizzata nel Rally Parigi-Mosca de1 1935. Anzi la vettura in questione fu dono di Fran cois Lecot, per conto della stessa Citroen, al Governo sovietico. Ci imbattiamo poi in una BMW 303 de1 1933 e una BMW 328 in alluminio del 1935. Come particolarmente importante, ci viene indicato invece 1'unico esemplare di ZiS-6 "Katiusha", vettura militare tedesca. Ma non possiamo esprimerci. Interessante ci pare invece la Peugeot abbandonata a Archangelsk dal corpo di spedizione francese nel 1914.

Tra le moto, abbondanza di Harley-Davidson, qualche

Indian, una NSU, qualche DKW, e sciolte, alcune Shteer,

Triumph, Ariel, Adier, GAZ, Dodge, Hudson, Sacks...

In mezzo a tutto questo, nemmeno un'auto o una

moto italiana. Come mai?

"Ah, le italiane... chi ce le ha se le tiene...". "Ma chi ce

le ha?", gli domandiamo.

"Nessuno", risponde Dmitri, sorridendo sornione.

Qui accanto

e nella foto in basso

una piccola rappresentanza di motociclette

(si riconosce in primo piano

una Harley Davidson),

ammucchiate sotto

il capannone

assieme alle automobili.

Dmitri Lumachov e convinto

che presto

anche i collezionisti sovietici

potranno iniziare

a organizzare

i loro primi raduni.


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